Читать «Сибирское воспитание» онлайн - страница 229

Николай Лилин

— Leggo io la tua storia, mio caro Nicolai, e mi piaci sempre di più. A scuola non sei andato alla grande, diciamo che non ci sei quasi andato, però ti allenavi in quattro diverse sezioni sportive… Bravo, anch’io ho fatto tanto sport da giovane, studiare serve agli zucconi, i veri uomini fanno sport, si preparano a combattere… Hai fatto lotta, nuoto, maratona e anche tiro a segno… Bravo, sei un ragazzo molto preparato, credo che avrai un buon futuro nell’esercito… C’è un unico neo. Dimmi, perché hai avuto due condanne? Hai rubato? — mi guardava dritto negli occhi e se avesse potuto mi avrebbe guardato nel cervello.

— No, non ho rubato nulla, io non rubo alla gente… Ho picchiato due volte delle persone, mi hanno processato per «tentato omicidio con gravi conseguenze»…

— Fa niente, non ti preoccupare… Anch’io da giovane facevo le risse, ti capisco benissimo! Gli uomini hanno bisogno di prendersi il loro spazio nel mondo, di definire se stessi, e il modo migliore è la rissa, è li che si vede chi vale qualcosa e chi non vale neanche uno sputo…

Mi parlava come se stesse per darmi un premio. Io ero indeciso, non sapevo più che cosa dire e soprattutto come fare a spiegargli che non avevo nessuna intenzione di fare il servizio militare.

— Senti, figliolo, non m’importa niente del tuo passato in carcere, dei processi penali e di tutto il resto, per me sei un bravo ragazzo, che Cristo ti benedica, e ti darò una mano perché mi stai simpatico. Io qui ho tutta la tua vita, scritta da quando hai cominciato a frequentare la scuola… — ha posato la cartella sul tavolo e l’ha chiusa, annodando i due nastri sul fianco. - Ti darò due possibilità di scelta, cosa che faccio solo in casi eccezionali, alle persone che mi stanno proprio a cuore. Ti posso mandare nella guardia costiera, alla frontiera con il Tagikistan: farai carriera, e se ti piace arrampicarti sulle montagne quel posto fa per te. Altrimenti ti posso mandare nei paracadutisti, una scuola per professionisti: diverrai sergente dopo sei mesi e farai carriera anche H, con il tempo potrai anche entrare nelle forze speciali, nonostante il tuo passato. L’esercito ti darà tutto: stipendio, casa, amici e un’occupazione al tuo livello. Allora che mi dici, dove vuoi andare?

Mi sembrava di ascoltare il monologo di un matto, diceva cose che per me non avevano nessun senso. L’esercito che mi dava tutto quello che io avevo già: come potevo spiegargli che io non avevo bisogno di un’occupazione al mio livello, né di amici, о di uno stipendio, di una casa…

Mi sentivo come quando sali sul treno sbagliato e realizzi di colpo che non c’è modo di farlo tornare indietro.

Ho preso un po’ d’aria nei polmoni e ho tirato fuori la mia risposta:

— Sinceramente, signore, io voglio tornare a casa mia!

Lui è cambiato in un attimo. La sua faccia è diventata rossa, come se un uomo invisibile lo stesse strangolando. Le mani si sono chiuse a pugno e gli occhi hanno assunto una strana sfumatura, qualcosa che poteva lontanamente somigliare al cielo prima di una tempesta.