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Chuck Palahniuk

A questo punto si puт arrivare.

Uccidimi.

Afferro il volante e immetto la Corniche di nuovo nel flusso del traffico.

Ora.

Prepararsi a evacuare l'anima.

Ora.

Il meccanico spinge il volante verso il lato della strada e io gli spingo contro, verso una morte di merda.

Ora. Lo stupefacente prodigio della morte, quando nel giro di un secondo prima sei lм che cammini e parli ed ecco che sei solo un oggetto.

Io non sono niente e nemmeno quello.

Freddo.

Invisibile.

Sento odore di pelle. Sento la cintura di sicurezza tutta attorcigliata come una camicia di forza e quando cerco di drizzarmi a sedere batto la testa sul volante. Fa piщ male di quanto dovrebbe. La mia testa и posata nel grembo del meccanico e quando alzo lo sguardo, nell'abituarsi alla penombra i miei occhi scorgono la faccia del meccanico alta sopra di me. Sorride e guida e ci sono stelle dietro il suo finestrino.

Mi sento mani e faccia appiccicaticce.

Sangue?

Crema.

Il meccanico guarda giщ. «Buon compleanno.»

Sento odore di fumo e ricordo la torta.

«Per poco non ho spaccato il volante con la tua testa» dice lui.

Nient'altro, solo l'aria della notte e l'odore del fumo e le stelle e il meccanico che sorride e guida, la mia testa nel suo grembo, tutt'a un tratto non ho piщ la sensazione di dovermi alzare a sedere.

La torta dov'и?

Il meccanico dice: «Per terra».

Solo l'aria della notte e l'odore del fumo и piщ forte.

Ho avuto il mio desiderio esaudito?

Lontana, sopra di me, stagliata contro le stelle nel finestrino, la faccia sorride. «Quelle candeline» dice, «sono di quelle che non si spengono mai.»

I miei occhi si adattano alla luce stellare quel tanto da vedere fili di fumo che si alzano da focherelli piccoli piccoli sul tappetino.

19

Il meccanico del fight club preme sull'acceleratore, farneticando al volante nel suo modo tranquillo e abbiamo ancora qualcosa di importante da fare per questa notte.

Una cosa che devo imparare prima della fine della civiltа и come sapere dove sto andando guardando le stelle. Tutto и silenzioso come guidare la Cadillac nello spazio siderale. Dobbiamo aver lasciato la tangenziale. I tre seduti dietro devono essere svenuti o addormentati.

«Hai sperimentato un caso di quasi-vita» dice il meccanico.

Stacca una mano e mi tocca il lungo livido dove ho battuto la fronte sul volante. La fronte mi si va gonfiando tanto da chiudermi entrambi gli occhi e lui mi percorre la tumefazione con un polpastrello freddo. La Corniche sobbalza su una cunetta ed и come se il dolore mi calasse sugli occhi come l'ombra di una visiera. La coda della nostra macchina deformata, sospensioni posteriori e paraurti, abbaia e cigola nel silenzio intorno alla nostra corsa giщ per la strada notturna.

Il meccanico spiega come il paraurti posteriore della Comiche penzola dalle sue staffe, come и stato strappato via quasi del tutto quando si и impigliato in quello anteriore dell'autotreno.

Chiedo io, quello che и successo era il suo compito per il Progetto Caos?

«In parte» risponde lui. «Avevo da fare quattro sacrifici umani e ho da raccogliere un carico di grasso.»