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Chuck Palahniuk

Il meccanico grida dal finestrino: «Quando sei al fight club, tu non sei i soldi che hai in banca. Non sei il tuo lavoro. Non sei la tua famiglia e non sei quello che dici di essere a te stesso».

Il meccanico grida nel vento: «Tu non sei il tuo nome».

Una scimmia spaziale di quelle che sono sedute dietro gli fa contrappunto: «Tu non sei i tuoi problemi».

Il meccanico grida: «Non sei i tuoi problemi».

Una scimmia spaziale urla: «Tu non sei la tua etа».

Il meccanico grida: «Non sei la tua etа».

Qui il meccanico sterza e ci porta nella corsia opposta, riempiendo la macchina dei fari che passano dal parabrezza, abile e scattante come un pugile che schiva i jab. Prima una macchina e poi un'altra ci piombano addosso a clacson spiegato e il meccanico sterza all'ultimo di quel tanto da sfiorarle.

Ci vengono addosso i fari, sempre piщ grandi e piщ grandi, clacson che strillano, e il meccanico allunga il collo nel riverbero e nel fragore e grida: «Tu non sei le tue speranze».

Nessuno gli fa eco.

Questa volta la macchina che ci sta venendo addosso sterza in tempo e ci salva.

Ce ne viene addosso un'altra, lampeggia, abbaglianti anabbaglianti, abbaglianti anabbaglianti, clacson a tutta, e il meccanico grida: «Tu non sarai salvato».

Il meccanico non sterza, ma sterza l'altra macchina.

Ne arriva un'altra e il meccanico grida: «Tutti noi moriremo, un giorno o l'altro».

Questa volta l'automobile che arriva sterza, ma il meccanico sterza a sua volta, dalla stessa parte. L'altra sterza e il meccanico fa lo stesso, di nuovo traiettoria frontale.

Ti sciogli e ti gonfi in quel momento. In quel momento niente conta. Alzi gli occhi alle stelle e non ci sei piщ. Non i tuoi bagagli. Niente ha importanza. Non il tuo alito cattivo. I finestrini fuori sono bui e i clacson urlano intorno a te. I fari ti lampeggiano in faccia su e giщ e su e tu non avrai mai piщ da andare al lavoro.

Non avrai mai piщ da andare dal parrucchiere.

«Presto» dice il meccanico.

La macchina sterza di nuovo e di nuovo sterza il meccanico.

«Che cosa» vuole sapere il meccanico, «che cosa vorresti aver fatto prima di morire?»

Con la macchina che ci sta venendo addosso a tutto clacson e il meccanico tranquillo, tanto da girarsi a guardare me seduto accanto a lui, e dice: «Dieci secondi all'impatto.

«Nove.

«Otto.

«Sette.

«Sei».

Il mio lavoro, dico. Vorrei aver lasciato il mio lavoro.

L'urlo ci sfreccia accanto quando l'altra macchina sterza e il meccanico tira diritto.

Altri fari ci stanno puntando e il meccanico si gira a guardare le tre scimmie sedute dietro. «Ehi, scimmie spaziali» dice, «vedete come funziona il giochetto. Confessate ora o finiremo tutti ammazzati.»

Ci supera da destra un'auto con un adesivo sul paraurti che dice: IO GUIDO MEGLIO DA UBRIACO. Il giornale dice che una mattina sono apparsi migliaia di adesivi come questo. Su altri adesivi ci sono scritte come: HO DUE ETTI DI CARNE FRESCA PER TE.