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Chuck Palahniuk

Seduto nell'ufficio del Pressman Hotel, io avevo le labbra da fight club ancora spaccate in una decina di segmenti. Con quel buco di culo nella guancia a guardare il direttore del Pressman Hotel era tutto alquanto convincente.

Nell'insieme gli ho detto le stesse cose che aveva detto Tyler.

Dopo che il presidente di sezione aveva scaraventato Tyler per terra, dopo che il signor presidente aveva visto che Tyler non reagiva, con il suo corpaccione grande e grosso come mai gli sarebbe servito, ha alzato dietro di sй il mocassino di marca e gli ha tirato un calcio nelle costole e Tyler ha riso. L'esimio presidente ha alzato la bella scarpetta e l'ha spedita nelle reni di Tyler dopo che Tyler si era raggomitolato per terra, ma Tyler rideva ancora.

«Butta tutto fuori» gli ha detto Tyler. «Fidati di me. Ti sentirai molto meglio. Ti sentirai una forza della natura.»

Nella direzione del Pressman Hotel, ho chiesto al direttore dell'albergo se mi permetteva di usare il suo telefono e ho composto il numero della cronaca cittadina del giornale locale. Sotto gli occhi del direttore dell'albergo ho detto:

Pronto, ho detto, ho commesso un terribile crimine contro l'umanitа per esprimere una protesta politica. La mia protesta и contro lo sfruttamento dei lavoratori nell'industria dei servizi.

Se devo finire in prigione, non sarт solo un paria squilibrato che la fa nella minestra. La portata del mio gesto sarа eroica.

Cameriere Robin Hood difende i diseredati.

Non sarа clamore circoscritto a un solo albergo e un solo cameriere.

Molto delicatamente il direttore del Pressman Hotel mi ha sfilato il ricevitore di mano. Il direttore ha detto che non voleva che lavorassi piщ da lui, non con la faccia che mi ritrovo ora.

Io sono in piedi davanti alla scrivania del direttore quando mi meraviglio e.dico: cosa?

Non le piace l'idea di questo?

E senza batter ciglio, sempre guardando il direttore, lascio partire una sventola carica di tutta la forza centrifuga del mio braccio e mi faccio sprizzare sangue fresco dalle croste che ho sul naso.

Senza nessun motivo mi ricordo la sera che Tyler e io ci siamo affrontati per la prima volta. Voglio che mi tiri un cazzotto piщ forte che puoi.

Questo non и altrettanto forte. Me ne do un altro. И giа un bello spettacolo, tutto quel sangue, ma io mi scaglio di nuovo contro il muro e faccio un fracasso terribile e mando in frantumi il quadro che c'и appeso.

Il vetro infranto e la cornice spezzata e il dipinto di fiori e il sangue finiscono per terra con me che mi dibatto e gesticolo. Che bel gigione che sono. Il sangue imbratta il tappeto e io mi aggrappo lasciando mostruose impronte di sangue sul bordo della scrivania del direttore dell'albergo e gli dico, aiuto, mi aiuti, ma intanto comincio a sghignazzare.

Mi aiuti, la prego.

La prego, non mi picchi di nuovo.

Scivolo di nuovo per terra e striscio il mio sangue sul tappeto. La prego saranno le prime parole. Cosм tengo le labbra serrate. Il mostro si trascina sui preziosi bouquet e sulle delicate ghirlande del tappeto orientale. Il sangue mi cade dal naso e mi scivola in gola, mi riempie la bocca, и caldo. Il mostro striscia sul tappeto, ardente, e raccoglie bruscoli e polvere che si appiccicano al sangue sui suoi artigli. E si trascina abbastanza vicino da afferrare il direttore del Pressman Hotel per la caviglia gessata e dirlo.