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Chuck Palahniuk

Quando abbiamo inventato il fight club, io e Tyler, nessuno dei due aveva mai partecipato prima a un combattimento. Se non sei mai stato in combattimento sei pieno di interrogativi. Sei lм che ti chiedi com'и farsi male, cosa saresti capace di fare a un altro uomo. Io sono stato il primo a cui Tyler si и sentito di poter chiedere senza timore ed eravamo ubriachi tutt'e due in un bar dove a nessuno importava niente di noi, cosм Tyler ha detto: «Voglio che mi fai un favore. Voglio che mi tiri un cazzotto piщ forte che puoi».

Io non volevo, ma Tyler mi ha spiegato tutto, tutta la storia di non voler morire senza cicatrici, di essere stanco di vedere solo combattimenti di professionisti e di voler sapere di piщ di se stesso.

Mi ha raccontato dell'autodistruzione.

All'epoca la mia vita mi sembrava troppo completa e forse abbiamo bisogno di spaccare tutto per tirar fuori qualcosa di meglio da noi stessi. Mi sono guardato intorno e gli ho detto di sм. Va bene, gli ho detto, ma fuori nel parcheggio.

Cosм siamo usciti e gli ho chiesto se lo voleva in faccia o in pancia.

«Sorprendimi» ha detto Tyler.

Io ho detto che non avevo mai picchiato nessuno.

«Allora dai fuori di matto» ha detto Tyler.

Io gli ho detto di chiudere gli occhi.

«No» ha detto Tyler.

Come tutti quelli al primo combattimento al fight club ho preso fiato e ho menato una sventola al mento di Tyler come in tutti i film di cowboy che avevo visto e nel caso mio il pugno lo ha raggiunto al collo.

Merda, ho detto. Questo non conta. Voglio riprovare.

«Sм che и contato» ha detto Tyler e mi ha colpito, diritto di botto, pac, come un guantone spinto da una molla in un cartone animato del sabato mattina, in pieno petto. Sono finito contro una macchina. Eravamo lм uno davanti all'altro, Tyler a massaggiarsi il collo e io a tenermi una mano sul petto, tutti e due coscienti di essere finiti in un posto dove non eravamo mai stati e, come il gatto e il topo nei disegni animati, eravamo ancora vivi e volevamo sapere fin dove saremmo potuti arrivare restando vivi.

«Complimenti» ha detto Tyler.

Colpiscimi di nuovo gli ho detto io.

«No, tu colpisci me» ha detto Tyler.

Cosм l'ho colpito, una grande sbracciata da donna poco sotto l'orecchio e Tyler mi ha spinto all'indietro e mi ha calcato il tacco della scarpa nello stomaco. Quello che и successo subito dopo e oltre non и successo a parole, ma il bar ha chiuso e la gente и uscita e si и messa intorno a noi a gridare nel parcheggio.

Invece che su Tyler, ho sentito che finalmente potevo mettere le mani su tutto quello che nel mondo non funzionava, gli indumenti che mi tornavano dalla tintoria con i bottoni del colletto spezzati, la banca che dice che sono sotto di centinaia di dollari. Il mio lavoro dove il mio capo si mette al mio computer e smanetta i miei comandi Dos. E Maria Singer, che mi ha soffiato i gruppi di sostegno.

Niente era risolto alla fine del combattimento, ma niente contava.

La prima sera che abbiamo combattuto era una domenica sera e Tyler non si era fatto la barba per tutto il fine settimana cosм avevo le nocche che mi bruciavano per la sua barba lunga. Sdraiato sulla schiena nel parcheggio accanto a lui a guardare l'unica stella che si vedeva nella luce dei lampioni, ho chiesto a Tyler con cosa aveva combattuto.